Paura di guidare un’automobile, di prendere un aereo, paura del buio, paura di …
Le paure possono essere infinite, per quanto infiniti possono essere gli oggetti o le situazioni che ci troviamo ad affrontare nella vita di tutti i giorni.
La paura è un’emozione che tutti abbiamo sperimentato nelle sue varie sfaccettature, e in relazione a diversi eventi o cose. Accompagna l’uomo fin dai suoi primi giorni di vita: un neonato ha paura dei forti rumori, un bambino di 8 mesi ha paura degli estranei; un bambino di 8 anni può aver paura del buio, e così via.
Ma cos’è la paura? La paura rientra nel gruppo delle emozioni primarie, cioè quelle emozioni che sono presenti sin dalla nascita, come anche gioia, sorpresa, tristezza e rabbia. Il termine paura viene utilizzato per esprimere sia un’emozione attuale che una emozione prevista nel futuro, oppure un semplice stato di preoccupazione e incertezza.
La paura è un sistema adattivo che modula il rapporto tra l'ambiente e l'organismo favorendo la sopravvivenza di quest'ultimo; ha una funzione positiva, così come il dolore fisico, di segnalare uno stato di emergenza ed allarme, preparando la mente il corpo alla reazione. Se la paura viene estremizzata e resa eccessivamente intensa, diventa ansia, fobia o panico, perdendo, in tal modo, la sua funzione fondamentale.
Nello specifico la paura si attiva quando i sensi percepiscono uno stimolo dannoso o potenzialmente dannoso per l'organismo, insomma quando incombe una minaccia. Alla paura segue uno stato di attivazione neurofisiologica che consente all'individuo di rispondere allo stimolo iniziale con attacco, evitamento-fuga o nella peggiore delle ipotesi con un blocco. Precisamente, si accompagna ad una attivazione del sistema nervoso autonomo parasimpatico, e si ha quindi un abbassamento della pressione del sangue e della temperatura corporea, diminuzione del battito cardiaco e della tensione muscolare, abbondante sudorazione e dilatazione della pupilla. Il risultato di tale attivazione è una sorta di paralisi, ossia l'incapacità di reagire in modo attivo con la fuga o l'attacco. Ciò accade in quelle situazioni in cui si vive la percezione soggettiva di non avere via d’uscita. Spesso, infatti, si tende a parlare della paura come di qualcosa che blocca l’individuo da qualcosa che ritiene più grande di sé, e gli impedisce di fare un salto evolutivo, facendo sperimentare all’individuo una forte sensazione di impotenza. Sono comportamenti, reazioni che appaiono come una disperata richiesta del nostro corpo e della nostra mente a ricevere sicurezza e protezione.
Dietro ad una nostra paura, per quanto inoffensiva o incontenibile sia, si nasconde una sua ragione d’essere: la paura svolge una precisa funzione, che affonda le sue origini nella storia personale di ognuno di noi. Le paure ci pongono inevitabilmente dinanzi alla necessità di compire dei salti evolutivi, e di fare delle scelte, e tutto questo fa sentire l’individuo non più al sicuro.
Vincere una paura non vuol dire cancellarla ignorandola, e neppure arrendersi impotenti ad essa. Piuttosto bisogna disporsi con uno stato d’animo aperto, avvicinare e osservare la paura con meno diffidenza e più interesse e curiosità. L’accettazione è il primo passo. Questo vuol dire non solo ammettere di avere paura, ma anche cercare di comprenderla, ascoltarla, e cercare di dare un significato al messaggio che porta con sé.
Con l’aiuto di un percorso psicoterapeutico, di un sostegno psicologico, si può uscire da questa sensazione di impotenza, e si possono costruire o rinforzare quegli aspetti fragili e vulnerabili di sé; inoltre, si possono sperimentare nuove strategie, e migliorare il proprio modo di vivere e affrontare le proprie paure. In questo modo, la paura diventa un potenziale strumento di crescita e d’evoluzione per ogni individuo che intende mettersi in gioco e trasformare quel blocco o quella fuga in capacità di ascoltare i propri bisogni fin’ora bloccati dalla paura.
Dott.ssa Stefania Alfano
Psicologa-Psicoterapeuta