giovedì 3 luglio 2014

Paura di ...


Paura di guidare un’automobile, di prendere un aereo, paura del buio, paura di … 
Le paure possono essere infinite, per quanto infiniti possono essere gli oggetti o le situazioni che ci troviamo ad affrontare nella vita di tutti i giorni. 
La paura è un’emozione che tutti abbiamo sperimentato nelle sue varie sfaccettature, e in relazione a diversi eventi o cose. Accompagna l’uomo fin dai suoi primi giorni di vita: un neonato ha paura dei forti rumori, un bambino di 8 mesi ha paura degli estranei; un bambino di 8 anni può aver paura del buio, e così via. 
Ma cos’è la paura? La paura  rientra nel gruppo delle emozioni primarie, cioè quelle emozioni che sono presenti sin dalla nascita, come anche gioia, sorpresa, tristezza e rabbia.  Il termine paura viene utilizzato per esprimere sia un’emozione attuale che una emozione prevista nel futuro, oppure un semplice stato di preoccupazione e incertezza. 
La paura è un sistema adattivo che modula il rapporto tra l'ambiente e l'organismo favorendo la sopravvivenza di quest'ultimo; ha una funzione positiva, così come il dolore fisico, di segnalare uno stato di emergenza ed allarme, preparando la mente il corpo alla reazione. Se la paura viene estremizzata e resa eccessivamente intensa, diventa ansia, fobia o panico, perdendo, in tal modo, la sua funzione fondamentale.
Nello specifico la paura si attiva quando i sensi percepiscono uno stimolo dannoso o potenzialmente dannoso per l'organismo, insomma quando incombe una minaccia. Alla paura segue uno stato di attivazione neurofisiologica che consente all'individuo di rispondere allo stimolo iniziale con  attacco, evitamento-fuga o nella peggiore delle ipotesi con un blocco. Precisamente, si accompagna ad una attivazione del sistema nervoso autonomo parasimpatico, e si ha quindi un abbassamento della pressione del sangue e della temperatura corporea, diminuzione del battito cardiaco e della tensione muscolare, abbondante sudorazione e dilatazione della pupilla. Il risultato di tale attivazione è una sorta di paralisi, ossia l'incapacità di reagire in modo attivo con la fuga o l'attacco. Ciò accade in quelle situazioni in cui si vive la percezione soggettiva di non avere via d’uscita. Spesso, infatti, si tende a parlare della paura come di qualcosa che blocca l’individuo da qualcosa che ritiene più grande di sé, e gli impedisce di fare un salto evolutivo, facendo sperimentare all’individuo una forte sensazione di impotenza. Sono comportamenti, reazioni che appaiono come una disperata richiesta del nostro corpo e della nostra mente a ricevere sicurezza e protezione. 

Dietro ad una nostra paura, per quanto inoffensiva o incontenibile sia, si nasconde una sua ragione d’essere: la paura svolge una precisa funzione, che affonda le sue origini nella storia personale di ognuno di noi. Le paure ci pongono inevitabilmente dinanzi alla necessità di compire dei salti evolutivi, e di fare delle scelte, e tutto questo fa sentire l’individuo non più al sicuro.

Vincere una paura non vuol dire cancellarla ignorandola, e neppure arrendersi impotenti ad essa. Piuttosto bisogna disporsi con uno stato d’animo aperto, avvicinare e osservare la paura con meno diffidenza e più interesse e curiosità. L’accettazione è il primo passo. Questo vuol dire non solo ammettere di avere paura, ma anche cercare di comprenderla, ascoltarla, e cercare di dare un significato al messaggio che porta con sé.

Con l’aiuto di un percorso psicoterapeutico, di un sostegno psicologico, si può uscire da questa sensazione di impotenza, e si possono costruire o rinforzare quegli aspetti fragili e vulnerabili di sé; inoltre, si possono sperimentare nuove strategie, e migliorare il proprio modo di vivere e affrontare le proprie paure. In questo modo, la paura diventa un potenziale strumento di crescita e d’evoluzione per ogni individuo che intende mettersi in gioco e trasformare quel blocco o quella fuga in capacità di ascoltare i propri bisogni fin’ora bloccati dalla paura.  

Dott.ssa Stefania Alfano 
Psicologa-Psicoterapeuta







martedì 1 luglio 2014

Idratiamoci a Tavola!

Con l’arrivo del grande caldo si sa, possono arrivare anche dei piccoli disturbi o malori dovuti all’ eccessiva e repentina perdita di liquidi corporei. Tra le categorie più a rischio, insieme agli anziani, ci sono bambini e donne in gravidanza, che più di tutti necessitano di liquidi in percentuali maggiori. Il nostro corpo è fatto di acqua ed ha bisogno di tanta acqua al giorno, il segreto per vivere meglio, per dare più luminosità alla pelle, per combattere la cellulite e, perché no, per perdere qualche chiletto di troppo è proprio quello di "abbeverare" il nostro corpo. 




Il consiglio sempre valido è innanzitutto quello di bere sempre almeno un litro e mezzo d’acqua al giorno, costantemente e lungo tutto l’arco della giornata. L’acqua ci depura e più ci fa bene, più ne beviamo più eliminiamo tossine. La bevanda migliore resta l’acqua possibilmente oligominerale e con residuo fisso sino a 200 mg/l. E’ consigliabile quindi, se non vi sono controindicazioni, consumare in abbondanza questi alimenti. E’ inoltre importante sottolineare che spesso i bambini non sono in grado di esprimere il loro bisogno di sete, per cui è compito dei genitori farli bere frequentemente, soprattutto d’estate nel corso dell’intera giornata, oltre che durante e dopo il gioco e l’attività sportiva. In alternativa all'acqua è possibile consumare tè e tisane naturalmente prive di calorie. I succhi di frutta, i centrifugati di verdura e i frullati sono un concentrato di vitamine e sali minerali e hanno il vantaggio di essere anche gustosi, ma attenzione vanno bevuti subito per non perdere preziose vitamine. Apportano un discreto numero di calorie quindi fate attenzione se siete in sovrappeso. Mangiare verdura e frutta che contengono un’alta percentuale di fibre e acqua, placa lo stimolo della fame, ci sazia prima e ci aiuta ancora di più. Da oggi, idratarsi mangiando deve essere il nostro impegno. Cominciamo consumando regolarmente zuppe, passati di verdura, thé, tisane, ortaggi e frutta contenenti molta acqua. In alcuni alimenti, la percentuale d’acqua arriva anche al 90% su100 grammi. Quindi abbondiamo di contorni a base di fagiolini, peperoni, cavolfiore, sedano, cipolle, verdura a foglia larga e insalata, finocchi, ravanelli, cetrioli, zucca, pomodori, zucchine, melanzane, ecc. e per frutta scegliamo agrumi in genere, cocomero, melone, ananas. Carote, carciofi, mele, pere, susine, albicocche, uva ne contengono il 70% circa, quindi benissimo anche questi ingredienti sulla nostra tavola per idratarci mangiando. Le ricette con questi alimenti sono veramente tante, cerchiamo sempre di condire poco, cuocere al vapore o alla griglia quando possibile e spazio alla fantasia. Se siamo costanti, se non dimentichiamo di bere, ricordandoci magari di portarci dietro una bottiglietta d’acqua in borsa, la pelle ci ringrazierà e si cominceranno a vedere presto gli effetti di luminosità e anche la cellulite piano piano diminuirà. Bere molto aiuta a completare l’azione depurativa dell’alimentazione corretta.


Dott.ssa Mariacarmela Guerrera
Biologa Nutrizionista