Mi sento frustrato. Cosa posso fare?
La “frustrazione” è quella condizione per la quale l’organismo si sente ostacolato, in modo temporaneo o permanente, nella soddisfazione dei propri bisogni. È una condizione che molti sperimentano nella vita di tutti i giorni. Si tratta di situazioni in cui determinati fattori si oppongono al soddisfacimento di bisogni, funzionando da ostacoli e, quindi, rendendo vano il tentativo dell’individuo di realizzarli.
Le cause della frustrazione possono essere le più diverse. Cause derivanti dall'ambiente fisico (cause dovute all'ambiente geografico); cause derivanti dall'ambiente sociale (in pratica l’ambiente di lavoro, la valorizzazione dei ruoli, l’organizzazione gerarchica più o meno rigida, la libertà o meno di poter accedere alla propria posizione possono essere forti cause di frustrazione). Altre cause possono essere quelle familiari, ad esempio, in alcuni ambienti familiari, vige un clima autoritario in cui il bambino (e anche l’adulto), può raggiungere una sicurezza emotiva solo a condizione di rinunciare a numerose esigenze personali, e assumendo solo i valori e le norme proposte dagli adulti di riferimento.
Come reagiamo di fronte ad una frustrazione?
Di fronte alla frustrazione l’individuo può reagire in diversi modi. Tutte le diverse reazioni che possiamo mettere in atto, tenderebbero a far superare l’ostacolo per permettere il raggiungimento del fine, e dunque la soddisfazione del proprio bisogno, ma alcune di esse, quelle più utilizzate, risultano essere inadeguate, facendo aumentare, di conseguenza, lo stato di malessere e di frustrazione .
Nella maggior parte dei casi, reagiamo in maniera inadeguata e, spesso, anche con un grande dispendio di energia. Capita che di fronte ad un periodo di forte frustrazione, l’aggressività, sia quella diretta al mondo esterno sia quella rivolta verso se stessi, sembra essere la reazione più immediata e sembra essere l'unico modo che, in quel momento, abbiamo a disposizione per fronteggiare la frustrazione. Ma l’aggressività, è una reazione che tende alla distruzione, all'allontanamento, e a mettere in cattiva luce la persona o l’oggetto che avvertiamo come causa della nostra frustrazione.
Altra reazione inadeguata è la fissazione. La fissazione deriva dal fallimento dello sforzo di adattamento all'ambiente sociale, e la frustrazione ripetuta contribuisce ad arrestare proprio quel fondamentale processo di cambiamento e maturazione, provocando, appunto uno stato di fissazione. Consiste, in generale, nella persistenza di modelli comportamentali acquisiti, ma che sono modelli immaturi nell'affrontare la situazione. Altra strategia, spesso utilizzata, ma del tutto inadeguata, è quella di reagire attraverso un’eccessiva razionalizzazione. Inoltre, capita anche spesso che in un periodo di forte frustrazione, una soluzione immediata che si ha a disposizione è l’isolamento; in questo modo, l’individuo allontanandosi da tutto e da tutti, non crea la situazione giusta per poter gestire il suo senso di frustrazione, ed è una soluzione, questa, poco efficace.
Ma accanto a queste reazioni inadeguate, ci sono anche quelle reazioni adeguate al raggiungimento dei nostri bisogni e che permettono di superare il periodo di frustrazione. Fra diverse strategie che possiamo utilizzare, c’è, ad esempio l’intensificazione dello sforzo, necessario per superare l’ostacolo mobilitando gli stessi strumenti, ma con un lavoro più intenso e con uno sforzo più concentrato. È una strategie adeguata solo se permette realmente di raggiungere lo scopo, altrimenti c’è il rischio che possa trasformarsi in una reazione inadeguata e diventi “fissazione”.
Altra strategia adeguata è la riorganizzazione dei dati. Quando gli strumenti e le strategie utilizzate per il superamento dell’ostacolo sono inefficaci, si può “riorganizzare” il problema, affrontandolo con modalità diverse. L’ostacolo può venir superato perché le nozioni, gli strumenti e le capacità di cui si è in possesso sono male gestiti, e si richiede, dunque, una nuova riorganizzazione, una nuova articolazione fra i mezzi e fini. Per fare ciò occorre plasticità e flessibilità, occorre saper impegnare i mezzi in modo diverso e, soprattutto, saper sfruttare nuovi mezzi abbandonandone altri.
Quando le reazioni precedenti non danno la possibilità di esito positivo, la reazione più efficace alla frustrazione consiste, per forza di cose, alla sostituzione del fine che l’individuo si è preposto. Si può cercare di sostituire il fine con uno similare.
Oppure possiamo fermarci un attimo e capire cosa ci ha portato ad arrivare a tale senso di frustrazione, e ridimensionare le aspettative riguardo alla soddisfazione del nostro bisogno.
Abbiamo a disposizione diverse strategie utili per fronteggiare la frustrazione, ma molto spesso, però, accade che restiamo incastrati in questo stato di forte disagio, e non riusciamo a trovare una via d’uscita per ritrovare il nostro benessere. Quando non si riesce da soli a trovare la giusta strada, occorre farsi aiutare e rivolgersi ad uno specialista, in modo da restituire significato al vissuto di frustrazione e da ritrovare la via d’uscita.