Gli esseri umani non nascono sempre il giorno in cui
le loro madri li danno alla luce,
ma la vita li costringe ancora molte
volte a partorirsi da Sé.
Gabriel Garcia Marquez
La condizione degli adolescenti oggi è condizione che ci è sembrata interessante da approfondire e sviluppare in questo articolo. Fatti di cronaca ed esperienze quotidiane ci hanno portato a riflettere su questo critico momento di vita sia per l’adolescente che per la sua famiglia.
L’adolescenza è un evento critico che mette a dura prova la capacità di adattamento e flessibilità dell’intera organizzazione e struttura familiare: si tratta di una sfida evolutiva che coinvolge sia l’adolescente che la coppia genitoriale. L’adolescenza, per questo, è stata definita “un’impresa evolutiva congiunta” di genitori e figli (Scabini, 1995), che si caratterizza non tanto per la brusca e netta separazione dell’adolescente dalla famiglia, quanto piuttosto per una trasformazione e ristrutturazione dei legami preesistenti. Nicolò-Corigliano e Ferraris (1991) sottolineano che “l'adolescente, nel suo processo di svincolo, metterà in discussione non solo i modelli di funzionamento familiare ma anche i valori, gli ideali e le credenze” di tutta la famiglia.
Il processo evolutivo della famiglia, si snoda in una sorta di mobilità intersistemica, un passaggio, obbligato ma sereno, tra i diversi universi relazionali; è visto come un processo di continua ristrutturazione della trama dei rapporti relazionali tra i membri della famiglia e quello delle generazioni precedenti. Il sistema familiare fa inevitabilmente i conti con il tempo. Il tempo è inteso sia come “ flusso temporale molto ricco, punteggiato e continuamente trasformato dai tempi dalle nascite, dai tempi della crescita, e dalle entrate e uscite dei diversi componenti del sistema familiare” (Andolfi, 2003), sia come “ ritmo che orchestra i legami vitali di più generazioni, che, tramite azioni e racconti, danno luogo alla storia familiare. Il tempo familiare ha perciò vita più lunga del tempo individuale, lo travalica, rappresentando l’elemento di continuità nel passaggio delle generazioni” (Cigoli,1997). Secondo la teoria transgenerazionale di Boszormenyi-Nagy (1973), ogni famiglia non finisce in se stessa dal momento che c'è un lascito dalle rispettive famiglie di origine. Boszormenyi–Nagy e Spark (1973), parlano di lealtà invisibili; una forza sistemica, funzionale al mantenimento del gruppo multi generazionale, attraverso un invisibile tessuto di aspettative. Esiste nelle famiglie un bilancio invisibile trascritto su un libro dei conti in cui gli obblighi passati e presenti influenzano la consegna di ruoli e di aspettative secondo quella che è l’etica dei rapporti e il senso di giustizia formato all’interno della famiglia.
In quest’ottica, i sintomi attuali diventano il risultato di un processo multi generazionale; tramite il “processo di proiezione della famiglia” i problemi non risolti dei genitori possono trasmettersi sui figli. Diversi autori considerano uno specifico fattore di rischio le esperienze traumatiche irrisolte nel passato del genitore, vissute senza la possibilità di sperimentare conforto e lenimento (Di Noia, 2009). Talvolta problemi personali che si è fatta fatica a lasciare indietro, per cercare di costruire un proprio futuro, ritornano come “scheletri nell’armadio” (Malacrea, 1998).
Laddove il genitore abbia una condizione mentale di dissociazione in rapporto a esperienze traumatiche passate o esperienze di perdita non elaborate, può manifestare, in particolare, una specifica difficoltà a prestare un’attenzione agli stati affettivi del figlio e, in generale, una difficoltà a rivestire il ruolo di genitore.
Ogni cambiamento interno al sistema, comporta una rielaborazione e assegnazione dei ruoli e delle funzioni che si trasformano nel tempo, e che vengono assunte e interpretate in modo nuovo dagli altri componenti (Migliorini, 2008). Ad ogni tappa del ciclo di vita di una famiglia, corrisponde una situazione nuova da affrontare che mette inevitabilmente in crisi le vecchie modalità e richiede necessariamente un nuovo assetto familiare. La crisi costituisce il primo atto di una nuova fase maturativa che contiene il massimo del potenziale di cambiamento (Andolfi, 2003).
Dott.ssa Alfano Stefania
Dott.ssa Rosa Miniaci, Psicologa
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