domenica 4 maggio 2014

Night Eating Syndrome: Sindrome dell'Alimentazione Notturna

La Night Eating Syndrome (NES) definita anche Sindrome dell'Alimentazione Notturna, è rappresentata dall’ingestione abnorme di cibo nelle ore notturne e serali.
In questa sindrome entrano in giocano fattori biologici, genetici, ormonali e componenti psicologiche, cognitive ed emotive.
La NES affligge:
  • l’1,5% della popolazione generale
  • il 10% dei soggetti obesi
  • il 25% dei soggetti che si sottopongono a trattamento chirurgico per obesità
  • il 5% dei soggetti che richiedono un intervento per problemi di insonnia
  • il 20% dei soggetti affetti da Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI)


Le persone affette da questo disturbo, mangiano pochissimo durante il giorno ma la sera ingoiano grandi quantità di cibo e accusano risvegli notturni accompagnati sempre da assunzioni di cibo. A questo particolare comportamento alimentare, spesso si associano alterazioni dell’umore, ansia e insonnia; stress, depressione e bassa autostima sono anche individuabili nel NES.
Sovente sono obesi, ma possono anche essere normopeso per la restrizione calorica che praticano durante il giorno.
In specifico, i principali sintomi sono:
- scarso appetito la mattina (certe volte fino al tardo pomeriggio);
- eccessiva e compulsiva alimentazione nel periodo serale e notturno;
- difficoltà ad addormentarsi e necessità di mangiare prima dell'addormentamento;
- frequenti risvegli notturni contraddistinti dalla necessità di mangiare per riuscire a riprendere sonno;
- presenza di depressione o stress diffuso.
La persona afflitta da NES spesso si alimenta scarsamente a colazione e a pranzo, fa una cena normale, ma poi tende a mangiare abbondantemente e in modo compulsivo, mediante ripetute abbuffate (fino ad un terzo delle calorie giornaliere) nel periodo serale ed in quello notturno (le abbuffate sono costituite da quantità di cibo minori rispetto al Binge Eating Disorder). Questo comporta forti disturbi nella qualità e nella quantità del sonno con difficoltà nell'addormentamento, raggiunto solo dopo ripetute abbuffate di cibo e continui risvegli durante la notte, già dopo una o due ore dopo l'addormentamento, durante i quali viene assunto nuovamente del cibo.
Alcune persone con NES associano all'assunzione di alimenti anche quella di alcolici; tale atteggiamento è definito Night Eating/Drinking Syndrome (NEDS), da non confondere con il Binge Eating. Nell'individuo con NES sembra non esserci una forte preoccupazione per il peso e per le forme corporei così come avviene nell'Anoressia o nella Bulimia.
La fame notturna può essere reale, e in questo caso la soluzione è piuttosto semplice, visto che il problema è dovuto ad una cena leggera consumata con troppa distanza rispetto al momento in cui si va a dormire. Basta quindi modificare le proprie abitudini alimentari, calcolando le tempistiche o dividendo la cena in due spezzoni.
Ma se non si ha realmente fame e il corpo non necessita cibo, e nelle ore serali, magari mentre si guarda la Tv, e notturne si sente il bisogno di cibo, la situazione è molto più complicata.
Il centro della fame nell’ipotalamo, è sempre in azione: dal cervello attiva organi e ormoni, provocando la ricerca di cibo; a esso si oppone il centro della sazietà, anch’esso nell’ipotalamo, che dà il segnale di stop. Ma talvolta questo meccanismo si inceppa, e non si riesce a dire basta. Così ci si ritrova in piena notte con la testa nel frigorifero a cercare qualcosa da mangiare, con un impulso irrefrenabile a ingurgitare cibo.
La compulsione a sovralimentarsi prima di andare a dormire, è tanto forte che i NES possono credere di non essere capaci di addormentarsi se non mangiano, ma dopo averlo fatto subentra ben presto una forte autosvalutazione. Il mangiare notturno diventa un modo per placare l’ansia, che in questi individui è maggiore durante la sera e la notte. Svegliandosi durante la notte, capita di sentirsi confusi e agitati, con pensieri non ben definiti su qualche avvenimento stressante della giornata e pensano che un po’ di cibo li calmerà e potranno continuare a dormire. Molte persone tendono a mescolare le emozioni con l’assunzione di cibo e usano quest’ultimo per tenere a bada stati d’animo dolorosi o poco controllabili, creando una dipendenza istantanea e rendendo difficile l’interruzione del consumo.
Inoltre, è presente un forte senso di colpa per le abbuffate serali e notturne del giorno precedente. I sensi di colpa spesso si associano a sentimenti di vergogna per la scarsa capacità di autocontrollo e ad un profondo senso di inadeguatezza.
Generalmente la sindrome d'alimentazione notturna può essere parte di una reazione allo stress. I soggetti che ne sono affetti sono più frequentemente depressi, mangiano per rabbia, tristezza o altri sentimenti negativi. Ciò induce a pensare che tale tipo d'alimentazione è utile per regolare le proprie emozioni in particolare nelle ore serali e notturne, quando la relativa calma di queste ore distoglie dai problemi quotidiani e mette di fronte al proprio mondo emotivo “rimosso” e non riconosciuto durante il giorno.
L’atto del mangiare viene inteso come strategia adattiva alle situazioni problematiche. Spesso mangiamo in modo compulsivo perché ci sentiamo incapaci di affrontare le emozioni, si mangia anziché dare sfogo al dolore, alla rabbia e al contrario spesso non mangiamo per un senso di apatia, o solitudine. Una volta imparato che, mangiando, riusciamo a ridurre lo stress o uno stato di malessere, tendiamo a ripetere questo comportamento, spinti dal desiderio di gestire e controllare le proprie emozioni.
Una corretta alimentazione giornaliera è il miglior alleato contro la fame notturna, che in alcuni casi si può combattere con un approccio strategico ad hoc; e nello stesso tempo bisogna imparare ad ascoltare il proprio corpo, a provare ed accettare le emozioni, separare i sentimenti dal cibo, elaborare le idee e i comportamenti disfunzionali.



Dott.ssa Alfano Stefania                                                              Dott.ssa Guerrera Mariacarmela
Psicologa e Psicoterapeuta                                                             Biologa Nutrizionista

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