La
Night Eating Syndrome (NES) definita anche Sindrome
dell'Alimentazione Notturna, è rappresentata dall’ingestione
abnorme di cibo nelle ore notturne e serali.
In
questa sindrome entrano in giocano fattori biologici, genetici,
ormonali e componenti psicologiche, cognitive ed emotive.
La
NES affligge:
- l’1,5% della popolazione generale
- il 10% dei soggetti obesi
- il 25% dei soggetti che si sottopongono a trattamento chirurgico per obesità
- il 5% dei soggetti che richiedono un intervento per problemi di insonnia
- il 20% dei soggetti affetti da Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI)
Le
persone affette da questo disturbo, mangiano pochissimo durante il
giorno ma la sera ingoiano grandi quantità di cibo e accusano
risvegli notturni accompagnati sempre da assunzioni di cibo. A questo
particolare comportamento alimentare, spesso si associano alterazioni
dell’umore, ansia e insonnia; stress, depressione e bassa autostima
sono anche individuabili nel NES.
Sovente
sono obesi, ma possono anche essere normopeso per la restrizione
calorica che praticano durante il giorno.
In
specifico, i principali sintomi sono:
- scarso
appetito la mattina (certe volte fino al tardo pomeriggio);
- eccessiva
e compulsiva alimentazione nel periodo serale e notturno;
- difficoltà
ad addormentarsi e necessità di mangiare prima dell'addormentamento;
- frequenti risvegli
notturni contraddistinti dalla necessità di mangiare per riuscire a
riprendere sonno;
- presenza
di depressione o stress diffuso.
La
persona afflitta da NES spesso si alimenta scarsamente a colazione e
a pranzo, fa una cena normale, ma poi tende a mangiare
abbondantemente e in modo compulsivo, mediante ripetute abbuffate
(fino ad un terzo delle calorie giornaliere) nel periodo serale ed in
quello notturno (le abbuffate sono costituite da quantità di cibo
minori rispetto al Binge Eating Disorder). Questo comporta forti
disturbi nella qualità e nella quantità del sonno con difficoltà
nell'addormentamento, raggiunto solo dopo ripetute abbuffate di cibo
e continui risvegli durante la notte, già dopo una o due ore dopo
l'addormentamento, durante i quali viene assunto nuovamente del cibo.
Alcune
persone con NES associano all'assunzione di alimenti anche quella di
alcolici; tale atteggiamento è definito Night Eating/Drinking
Syndrome (NEDS), da non confondere con il Binge Eating.
Nell'individuo con NES sembra non esserci una forte preoccupazione
per il peso e per le forme corporei così come avviene nell'Anoressia
o nella Bulimia.
La
fame notturna può essere reale, e in questo caso la soluzione è
piuttosto semplice, visto che il problema è dovuto ad una cena
leggera consumata con troppa distanza rispetto al momento in cui
si va a dormire. Basta quindi modificare le proprie abitudini
alimentari, calcolando le tempistiche o dividendo la cena in due
spezzoni.
Ma
se non si ha realmente fame e il corpo non necessita cibo, e nelle
ore serali, magari mentre si guarda la Tv, e notturne si sente il
bisogno di cibo, la situazione è molto più complicata.
Il
centro della fame nell’ipotalamo, è sempre in azione: dal cervello
attiva organi e ormoni, provocando la ricerca di cibo; a esso si
oppone il centro della sazietà, anch’esso nell’ipotalamo, che dà
il segnale di stop. Ma talvolta questo meccanismo si inceppa, e non
si riesce a dire basta. Così ci si ritrova in piena notte con la
testa nel frigorifero a cercare qualcosa da mangiare, con un impulso
irrefrenabile a ingurgitare cibo.
La
compulsione a sovralimentarsi prima di andare a dormire, è tanto
forte che i NES possono credere di non essere capaci di addormentarsi
se non mangiano, ma dopo averlo fatto subentra ben presto una forte
autosvalutazione. Il mangiare notturno diventa un modo per placare
l’ansia, che in questi individui è maggiore durante la sera e la
notte. Svegliandosi durante la notte, capita di sentirsi confusi e
agitati, con pensieri non ben definiti su qualche avvenimento
stressante della giornata e pensano che un po’ di cibo li calmerà
e potranno continuare a dormire. Molte persone tendono a mescolare le
emozioni con l’assunzione di cibo e usano quest’ultimo per tenere
a bada stati d’animo dolorosi o poco controllabili, creando
una dipendenza istantanea e rendendo difficile l’interruzione
del consumo.
Inoltre,
è presente un forte senso di colpa per le abbuffate serali e
notturne del giorno precedente. I sensi di colpa spesso si associano
a sentimenti di vergogna per la scarsa capacità di autocontrollo e
ad un profondo senso di inadeguatezza.
Generalmente
la sindrome d'alimentazione notturna può essere parte di una
reazione allo stress. I soggetti che ne sono affetti sono più
frequentemente depressi, mangiano per rabbia, tristezza o altri
sentimenti negativi. Ciò induce a pensare che tale tipo
d'alimentazione è utile per regolare le proprie emozioni in
particolare nelle ore serali e notturne, quando la relativa calma di
queste ore distoglie dai problemi quotidiani e mette di fronte al
proprio mondo emotivo “rimosso” e non riconosciuto durante il
giorno.
L’atto
del mangiare viene inteso come strategia adattiva alle situazioni
problematiche. Spesso mangiamo in modo compulsivo perché ci sentiamo
incapaci di affrontare le emozioni, si mangia anziché dare sfogo al
dolore, alla rabbia e al contrario spesso non mangiamo per un senso
di apatia, o solitudine. Una volta imparato che, mangiando, riusciamo
a ridurre lo stress o uno stato di malessere, tendiamo a ripetere
questo comportamento, spinti dal desiderio di gestire e controllare
le proprie emozioni.
Una
corretta alimentazione giornaliera è il miglior alleato contro la
fame notturna, che in alcuni casi si può combattere con un approccio
strategico ad hoc; e nello stesso tempo bisogna imparare ad ascoltare
il proprio corpo, a provare ed accettare le emozioni, separare i
sentimenti dal cibo, elaborare le idee e i comportamenti
disfunzionali.
Dott.ssa Alfano Stefania Dott.ssa Guerrera Mariacarmela
Psicologa e Psicoterapeuta Biologa Nutrizionista
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