Le relazioni di coppia nella nostra società sembrano avere un compito totalmente diverso da quelle vissute negli anni precedenti. In generale, se prima una relazione di coppia era basata su un accudimento reciproco, sul rispetto, sul sacrificio, sul valore della famiglia, oggi su cosa si basa la relazione di coppia? Forse instauriamo una relazione perchè spinti, in modo inconsapevole, dalla paura di stare soli o dalla paura della separazione, dal bisogno di controllare l’altro, oppure dal bisogno di dipendenza dell’altro. Quasi sicuramente, nelle relazioni di oggi manca quel senso di responsabilità che era presente nelle coppie di un tempo, manca la consapevolezza di sé, dei propri bisogni, manca assumersi le responsabilità, e manca, quella voglia di conoscersi e di condividere. Ma una relazione per crescere e svilupparsi non può essere nutrita dalla “mancanza di”. Sembra che il compito di una coppia oggi sia quello di stare insieme per avere qualcuno che assolva quelle mancanze affettive vissute in precedenza e/o per riempire quei vuoti che da soli non riusciamo a colmare.
Una relazione è fatta anche di scambi, di comunicazione, di parole e di sguardi. Ora non si ha tempo e/o si ha difficoltà di vedere e di osservare l’altro. Conosciamo quali sono i bisogni del nostro partner? Conosciamo le sue paure? Conosciamo i suoi sogni e le sue ambizioni? La comunicazione oggi è fatta di messaggi inviati in fretta, di brevi scambi di informazioni ma che sono del tutto inadeguati e insufficienti per la conoscenza reciproca. Se nella coppia non ci si osserva e si comunica, come può poi essere fonte di accudimento e di cura? La base di una relazione sana è anche questo, sentirsi sicuri e protetti. Ma oggi non è così. Quante coppie stanno insieme pur non sentendosi sicure e protette, quante coppie stanno insieme pur non essendo consapevoli del bisogno dell’altro? Quante coppie oggi stanno insieme pur non comunicando? Capita molto spesso che la coppia sia fatta solo da due individui, a volte sconosciuti, e che sia assente l’essenza di sentirsi coppia, quel vivere la relazione di coppia in senso più profondo e sano.
Ogni coppia poi trova il modo per sopravvivere e andare avanti, e spesso lo fa non guardandosi: litigi, tradimenti, controllo, dipendenza, o al contrario, per sopravvivere si diventa invisibili o l’altro diventa a noi invisibile in pratica “ti vedo, ma faccio come se non ci fossi”. In tal modo, invisibilità e distanza diventano alcuni degli aspetti fondanti delle relazioni odierne. Con il tempo, la distanza tra se e l’altro aumenta ma aumenta anche la distanza da se stessi, e si finisce, in tal modo, per diventare estranei, non ci si riconosce più, perdendo di vista l’essenza di una relazione di coppia sana. Le persone oggi scelgono di non conoscere l’altro e di non conoscere se stessi. Forse potrebbe essere questo il compito della coppia di oggi, vale a dire rinforzare quelle che sono le nostre paure più profonde, o quelle che sono le nostre incapacità. L’altro ci fa vedere, ci fa prendere contatto con quello che noi rifiutiamo di vedere in noi stessi e nella nostra storia, e si diventa ciechi, e come difesa ci allontaniamo dall'altro ma soprattutto da noi stessi, per evitare che quello che vediamo possa ferirci e farci soffrire. L'altro fugge e si deve fare i conti con la propria solitudine, con la tristezza, con l’ansia e con la paura di entrare un'altra volta in relazione e fidarsi di nuovo, e con tutte quelle emozioni e capacità che si cercava di non voler vedere.
La società di oggi rinforza tutti questi aspetti, tale da rendere tutto normale, così tra app, social network e tanto altro, le relazioni prendono forma. Ma a che prezzo? Al prezzo di sentirsi soli anche quando si è in coppia, al prezzo di cercare altrove quello che non si vive dentro, al prezzo di sentirsi non compresi e accolti, al prezzo di non vedere che al nostro fianco c’è una persona che ha i suoi sogni, che i suoi bisogni, che ha una propria storia. Occorre, forse, fermarsi un attimo, prendere contatto con se stessi, osservare e vedere che direzione stanno prendendo le nostre relazioni, per poi ricominciare a costruire relazioni in cui ci si può guardare negli occhi senza sentire quella spinta a dover fuggire.
Dr.ssa Stefania Alfano
Psicologa-Psicoterapeuta