domenica 6 aprile 2014

Il Training Autogeno


Il Training Autogeno fu elaborato da Johannes Heinrich Schultz negli anni fra il 1908 e il 1912. Egli era partito dalle osservazioni fatte da Vogt sull’ipnotismo, e sulla capacità di indurre autonomamente in se stessi uno stato di calma. 
Il T.A. fa riferimento al concetto secondo cui le componenti fisico-biologiche e psichiche dell’individuo sono interdipendenti e si basa sulla considerazione che un cambiamento a livello fisico comporta modificazioni a livello psicologico; gli interventi, dunque, sono rivolti all’individuo nella sua totalità ed interezza, e all’unità mente-corpo. Il T.A. è stato definito come un metodo da concentrazione psichica passiva, che consente di modificare situazioni psichiche somatiche. 
"Training" = allenamento, esercizio sistematico , "Autogeno" = che si genera da se’. Il fondamentale principio autogeno è l’ autogenicità: affinché questa si realizzi è importante che gli esercizi vengano eseguiti in modo costante e autonomo. Il compito dell’ operatore di T.A.  è dunque quello di illustrare progressivamente gli esercizi, supervisionare il lavoro individuale e favorire l’elaborazione del vissuto che emerge durante l’apprendimento degli esercizi. Il Training Autogeno cerca di fornire all’individuo uno strumento che possa poi essere utilizzato in modo autonomo. 
La pratica del T.A. consiste in un apprendimento graduale di una serie di esercizi di concentrazione, particolarmente studiati e concatenati, allo scopo di portare progressivamente al realizzarsi di spontanee modificazioni del tono muscolare, della funzionalita’ vascolare, dell' attivita’ cardiaca e polmonare, dell'equilibrio neurovegetativo e dello stato di coscienza. Gli esercizi di training autogeno vengono generalmente distinti in due categorie: esercizi del training autogeno inferiore (esercizio della pesantezza, del calore, del cuore, del respiro, del plesso solare, della fronte fresca),  ed esercizi del training autogeno superiore.
Con il T.A. noi intraprendiamo una “programmazione” vera e propria, in questo modo è possibile tener lontani gli stimoli continuamente ricorrenti (stress, conflitti, dispiaceri …) dal nostro organo più sensibile (ognuno ha un organo particolarmente sensibile). Tutti gli esercizi del training autogeno si basano sull’esercizio del respiro. Già la prima sollecitazione rivolta alla respirazione  - espirare con calma – comporta ad un richiamo alla calma, un introdursi alla calma. 
Chi ha disimparato a vivere consapevolmente e pensa di continuo al domani o è attaccato al passato, chi non coglie il qui e ora, sarà indotto, per prima cosa, a concentrarsi sul presente. Questo dirigere l’attenzione su se stessi consente un’immediata commutazione, cioè una concentrazione alla calma la quale rende possibile di distanziarsi dalla dimensione quotidiana e di dare un efficace assetto e orientamento alla propria vita. 
L’autodistensione da concentrazione, il distacco e la commutazione alla calma, il riaversi in ogni momento, il trovar modo di uscire dall’ansia, il potenziamento della concentrazione e dell’efficienza, il dormir meglio, questi , tra gli altri, gli obiettivi del training autogeno. I principali risultati che si possono ottenere con la pratica del T.A. sono tre: equilibrio neurovegetativo,  stato di calma e  modifiche di personalita’.


(dal libro: “ Il libro del training autogeno” di Gisela Ederlein, 2010, Feltrinelli)
Dott.ssa Stefania Alfano
Psicologa-Psicoterapeuta

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